Le vittime del fascismo in Italia godono di “chiara fama”. Una fama che va ben al di là del legittimo ricordo, in quanto il loro sacrificio serve troppo spesso per innestare una polemica politica e perpetuare l’odio antifascista nel tempo… “nei secoli dei secoli”. Amen. Infatti, nella stragrande maggioranza dei casi, i “gendarmi della memoria” ignorano la vittima, al massimo ne conoscono il nome, come ignorano i fatti che condussero alla sua morte. A loro serve solo il “nome”. Un nome al quale far seguire, sempre e comunque, la dizione pedagogica: “Assassinato dai fascisti”. È questa la cosa più importante. Altro non serve. Una semplice speculazione politica.
Sia chiaro, tutti i caduti e tutte le vittime per noi sono degne del ricordo, ma non si può tollerare la strumentalizzazione partigiana di fatti avvenuti in tutt’altro modo. Una violenza, prima di tutto, contro la decenza.
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